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  • Immagine del redattoreElisa Corallo

L'uovo di Pasqua

Eccoci arrivati alla settimana prima di Pasqua: non si può non parlare dell’uovo!

Simbolo ampiamente diffuso in Italia come in Francia, onnipresente nei negozi, avvolto dentro carte colorate e scintillanti, l’uovo di Pasqua si declina in tutte le forme, dimensioni e gusti possibili.

Siamo talmente abituati a vederli comparire sugli scaffali, ormai assuefatti a questa tradizione, che forse non ci siamo mai chiesti: perché si regalano uova di cioccolato a Pasqua? Da dove nasce questa idea di regalare uova di cioccolato con la sorpresa?


Uova di Pasqua
Uova di Pasqua

L’uovo come simbolo ha origini antichissime ed è sempre stato metafora della vita, dalle epoche precristiane in poi: dall’uovo cosmico, ricorrente nella cosmogonia come origine dell’universo, all’uovo alchemico, purificatore della corruzione della materia e quindi della morte (nonché rappresentazione della pietra filosofale, che donerebbe la vita eterna).

Per risalire al simbolo della vita non c’è poi bisogno di ricercare misteriose teorie filosofiche ed esoteriche: gli uomini semplicemente osservando la natura si sono sempre ricollegati alla fecondazione dell’uovo ed alle uova che si schiudono in primavera e da cui nasce la vita.


L’uovo è il simbolo pasquale più famoso proprio per questo significato: Pasqua festeggia infatti la vita e la (ri)nascita (come raccontato nel post della settimana scorsa sul coniglio pasquale).

Ma non solo: è sempre stato associato anche all’idea di resurrezione. Già in Egitto, in Grecia e presso gli Etruschi l’uovo ricorreva nelle scene funerarie.

L’uovo, che sembra una pietra morta ma poi si schiude e dà la vita, viene poi ripreso anche dalla tradizione cristiana come simbolo della Resurrezione di Gesù.

Proprio per questo, dal Medioevo in poi si proibì di mangiare le uova durante il periodo della Quaresima. Le uova si conservavano per Pasqua, quando sarebbero poi state consumate sode, generalmente nelle tourtes francesi e nelle torte salate italiane (si pensi ad esempio alla torta pasqualina).

Le uova che non erano più consumabili perché troppo vecchie, venivano invece dipinte, decorate ed usate per ornare la tavola.


Offrire delle uova decorate è già una tradizione pasquale ben radicata quando assistiamo al “salto di qualità”: nel 1885 lo Zar di Russia Alessandro III commissiona al gioielliere Pierre-Karl Fabergé un uovo di Pasqua con sorpresa per la moglie Maria Fedorovna.

L’uovo prezioso e finemente decorato, nascondeva all’interno una struttura “a matrioska”: conteneva infatti un tuorlo d’oro, che a sua volta conteneva una preziosa gallinella smaltata e dagli occhi di rubino, che conteneva una miniatura della corona imperiale, che conteneva (infine) un rubino… ovviamente a forma d’uovo.

Inutile dire che il regalo ebbe un successo travolgente, tanto che lo zar decise di ordinarne uno nuovo tutti gli anni. Fabergé venne insignito del titolo di gioielliere di corte ed aveva totale autonomia creativa: nemmeno lo zar era a conoscenza di cosa avrebbe creato. Le uniche condizioni impostegli erano che il pezzo fosse unico e che contenesse una sorpresa richiamante la storia della famiglia imperiale.

Le uova di Fabergé divennero di moda ed anche altri nobili ne ordinarono alcune.



Tutto terminò con la rivoluzione bolscevica nel 1917, quando l’atelier venne nazionalizzato e convertito in fabbrica di armi. L’idea dell’uovo con sorpresa aveva però già attecchito e si mescolò ben presto con una nuova tradizione: l’uovo di Pasqua di cioccolato.


L’uovo di Pasqua così come lo conosciamo oggi nasce a Torino nel 1925.

I primi tentativi di creare uova di cioccolato risalgono pare già alla corte di Luigi XIV, ma non avevano avuto molto successo.

D’altra parte, se ricordate il post sulla storia dell’origine del cioccolato, all’epoca era consumato prevalentemente in forma liquida, la tecnologia non aveva ancora permesso di arrivare al cioccolato solido come oggi.

Per questo si dovette attendere l’800 (avete presente il post sulla nascita della tavoletta?), quando il progresso tecnologico permise di ottenere la materia prima solida e lavorabile come quella attuale e l’industrializzazione lo rese un prodotto accessibile al di là delle corti.

Solo ai primi del 900 però Casa Sartorio brevettò degli stampi ed un processo che permisero di ottenere questo prodotto, ormai iconico. Le uova erano arricchite con piccole sorprese via via più ricercate, dai piccoli animali di zucchero in poi, fino ad arrivare alle sorprese moderne (devo dire spesso molto meno ricche di fascino).

Se è vero che l’uovo di cioccolato nasce in Italia, il successo non tardò però a valicare i confini nazionali ed a creare nuove tradizioni nei paesi vicini.



La campana di Pasqua
La "cloche", ovvero la campana di Pasqua

In Francia, non solo divenne consuetudine regalare ai bambini le uova di cioccolato, ma nacque anche una nuova leggenda. Quando i bambini chiedono da dove arrivano le uova, si racconta loro la storia della Cloche, la Campana di Pasqua.


Durante tutto l’anno, le campane suonano per chiamare i fedeli alla messa, salvo nella settimana di Pasqua. Si dice che in questa settimana le campane volino a Roma per farsi benedire dal Papa e ritornino poi per Pasqua portando le uova per i bambini.

Nel viaggio di ritorno però le campane perdono delle uova per strada… ed ecco che i bambini devono andare a cercarle e lanciarsi nella famosa caccia alle uova.




Caccia alle uova di Pasqua
Caccia alle uova di Pasqua

Da notare che la tradizione della caccia alle uova varia seconda i paesi e le regioni: in Alsazia, in Germania e nei paesi anglosassoni è il coniglio a portare le uova (come raccontato nel post della scorsa settimana), mentre in Tirolo è la gallina (sono un popolo meno fantasioso) ed in Svizzera… il cucù!


Sempre legata alle uova del coniglio, vi è poi un’altra tradizione: quella di preparare un nido con i bambini in giardino per poi riempirlo di nascosto di uova ed altri dolcetti pasquali.


In queste ultime settimane abbiamo parlato di colombe e nidi, conigli, uova e galline… ed addirittura cucù!

Per completare il quadro manca un ultimo simbolo pasquale, diffuso in Francia ma assolutamente bizzarro per l’Italia. Quale? Se siete curiosi andatelo a (ri)leggere il mio post su uovo di Pasqua e… pesci!!!

Per ora vi auguro una buona Pasqua e vi do appuntamento a dopo le feste per nuove golose curiosità.



Per andare più lontano:



- sull’uovo di Pasqua:


- sulle uova di Fabergé:

qui trovate un video dove si mostrano (e aprono) alcune uova: https://www.youtube.com/watch?v=UUQW9TztA_A


- sull’origine torinese dell’uovo di cioccolato:




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