Dopo aver parlato della tradizione della pasticceria francese del nido di Pasqua, iniziamo ad occuparci oggi della cioccolateria.
Benché l’uovo rimanga sempre il grande classico, i negozi si sono popolati anche di coniglietti. Ma vi siete mai chiesti come nasce la tradizione del coniglio pasquale? E perché proprio il coniglio?
Il coniglio pasquale è una tradizione di origine germanica e anglosassone, diffusasi poi negli Stati Uniti (in seguito alle migrazioni) ed in Europa, in particolare nei paesi più “continentali”. In Francia infatti è più radicata nel nord-est (in particolare in Alsazia), regione che subisce molto questo tipo di influenza (ricorderete ad esempio la storia del kouglof).
Secondo questa tradizione è il Coniglio Pasquale (”Easter Bunny” in inglese) che depone le uova e le porta ai bambini.
Curiosa storia, ma da dove viene l’idea di questo bizzarro animale?
La versione più raccontata ai bambini è quella di una donna molto povera, che non potendo comperare uova di cioccolato per i propri figli, decise di dipingere e decorare delle uova vere e poi nasconderle in giardino, in modo che i bambini si divertissero a cercarle.
Quando i bambini andarono in giardino scorsero un coniglio vicino alle uova e credettero quindi che le avesse deposte lui.
Questa storia sarebbe all’origine tanto della leggenda del coniglio di Pasqua che della caccia alle uova, ancora molto diffusa e amata dai bambini (di questa tradizione vi parlerò di più nel post sull'uovo di Pasqua).
Esiste poi una seconda versione, più “esoterica”, che fa risalire il coniglio ad una tradizione germanica pagana/precristiana: la leggenda di Eostre o Ostara.
Secondo questa leggenda, la dea Eostre, passeggiando nel bosco alla fine dell’inverno, vide a terra un uccello ferito. Per salvarlo, decise di trasformarlo in lepre, in modo che gli fosse più facile trovare rifugio e superare la fine dell’inverno. La trasformazione sarebbe però rimasta incompleta, lasciando alla lepre la capacità di deporre le uova, che avrebbe poi offerto alla dea come dono per ringraziarla di avergli salvato la vita.
Questa storia viene così riportata nell’800 dai fratelli Grimm, che sostenevano fosse l’origine della tradizione del coniglio pasquale: la lepre ed il coniglio appartengono infatti entrambi alla famiglia dei leporidi, il coniglio avrebbe negli anni preso il posto della lepre nella tradizione.
Ma perché la dea Eostre/Ostara e la sua lepre/coniglio sarebbero ricollegate alla Pasqua?
Secondo Beda il Venerabile, monaco benedettino e storico anglosassone (673 – 735), esiste un collegamento etimologico diretto con la primavera e la Pasqua: la radice di Eostre sarebbe infatti east (in inglese significa Est, dove nasce il sole) e da lì deriverebbe l’inglese Eastern (Pasqua, ma anche primavera). La stessa cosa varrebbe per Ostara e la lingua tedesca: la radice ost significa infatti alba ed Ostern Pasqua.
Oltre all’etimologia, si può andare più a fondo: ricordate il post sulla Candelora e la Ruota dell’Anno?
Sulla Ruota la data del 21 marzo è associata proprio ad Ostara. Questa data coincide con l’equinozio di primavera, quando la notte ed il giorno hanno la stessa lunghezza: da questa data in poi le ore di luce saranno superiori a quelle di buio ed assisteremo alla rinascita della natura.
Eostre/Ostara è quindi la dea della primavera, della fertilità e della vita.
Ebbene, benché non esista nessuno collegamento diretto fra Pasqua ebrea e cristiana e celebrazioni di Eostre/Ostara, si potrebbe affermare ragionevolmente che si tratti di due tradizioni diverse originate dallo stesso fenomeno: in tutte le epoche e culture gli uomini hanno infatti osservato lo scorrere delle stagioni e festeggiato la natura e la fecondità, che assicurava loro la sussistenza.
Ritroviamo infatti in tutte le culture dei miti riguardo la morte e la resurrezione concomitanti con le stagioni (ad esempio il mito greco di Demetra e Persefone, diventato Cibele e Proserpina nel mondo romano, o ancora il mito di Attis, sempre collegato a Cibele, originario dell’Anatolia).
Pasqua e Ostara sono quindi accomunate tanto dalla data (l’equinozio di primavera) che dai simboli di vita e rinascita.
Riguardo alla data, ricorderemo infatti che la Pasqua ebrea è fissata il 14 del mese di Nisan (sul calendario lunare), che corrisponde al primo plenilunio successivo all’equinozio di primavera.
Gesù, in quanto ebreo, festeggia questa Pasqua insieme ai suoi Apostoli con l’Ultima Cena prima di essere ucciso. Il suo sacrificio e la sua resurrezione sono ricordati dalla Pasqua cristiana, che è generalmente la domenica successiva alla luna piena dell’equinozio di primavera (se il calcolo della data della Pasqua vi interessa trovate un link in fondo al post).
Riguardo alla simbologia: il coniglio è sempre stato associato alla fecondità ed alla vita. D’altronde anche tutti gli altri simboli pasquali, dall’uovo, alle galline che lo depongono ed i pulcini appena nati, richiamano la vita e la nascita.
Ma di tutto ciò e molto altro ancora vi parlerò nel prossimo post sull’uovo di Pasqua.
Per andare più lontano:
- Sul coniglio di Pasqua:
-Su Eostre/Ostara:
- Su Beda il Venerabile: https://it.wikipedia.org/wiki/Beda_il_Venerabile
- Sul calcolo della data di Pasqua: https://it.wikipedia.org/wiki/Calcolo_della_Pasqua
- Sulla Pasqua ebrea e l’Ultima Cena: https://www.ildolomiti.it/blog/riccardo-petroni/ma-lultima-cena-fu-davvero-la-cena-di-pasqua-troppe-cose-non-tornano
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