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  • Immagine del redattoreElisa Corallo

Uova di Pasqua e... pesci?!?

Aggiornamento: 11 apr 2021

La tradizione delle uova pasquali è diffusa in Italia come in Francia, ma con una piccola differenza: il pesce! Cosa fanno pesce e uovo di Pasqua nella stessa frase?

Lasciatevi sorprendere dalla... sorpresa!

pesciolini di cioccolato dentro l'uovo di Pasqua
La "friture", sorpresa francese dell'uovo di Pasqua

Nelle uova di Pasqua gli artigiani chocolatiers mettono la cosiddetta "friture", ovvero un sacchetto pieno di cioccolatini (generalmente non ripieni) fatti a forma di piccoli pesci, conchiglie e a volte addirittura cavallucci marini! Insomma un bel misto di mare, solo non fritto ma di cioccolato.


Siete sconvolti? Vi sembra una cosa bizzarra?

A me era parso strano quando per la prima volta l'ho visto fare in laboratorio.

Eppure questa usanza, non solo evita quelle sorprese delle quali a volte alla fine non si sa cosa fare, ma in più ha delle vere e proprie radici che affondano nella tradizione religiosa cristiana.


All'inizio infatti me lo ero spiegato con le mie reminiscenze classiche, secondo cui il pesce è stato il simbolo dei primi cristiani.

Infatti, all'epoca il greco (e non ancora il latino) era la "lingua comune" (come l'inglese di oggi). Anche le prime traduzioni della Bibbia e dei Vangeli sono state tramandate in questa lingua.

La parola greca "pesce" si scrive ΙΧΘΥΣ (ichthys) e le sue lettere formano un acronimo dell'espressione "ησοῦς Χριστός, Θεοῦ Υἱός, Σωτήρ" (Iēsous Christos, Theou Yios, Sōtēr), ovvero "Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore.





Questo simbolo veniva usato come segno di riconoscimento segreto fra i primi cristiani durante le persecuzioni, inciso nelle catacombe per riconoscere i tumuli dei cristiani o tracciato nella terra. Infatti si ipotizza anche che il cristiano, quando pensava di trovarsi davanti ad un altro cristiano clandestino, disegnasse una curva o mezza luna a terra. Se l’altro disegnava l’altra mezza luna sovrapposta alla prima, completando così la figura di un pesce, c’era una probabilità molto elevata che si trattasse proprio di un seguace di Gesù che conosceva il “codice segreto” cristiano.



Fra i vari simboli cristiani, il pesce è strettamente ripreso nella tradizione francese: si pensi ad esempio alla conchiglia simbolo dei pellegrini del cammino di Santiago (e della conchiglia ho parlato nel post sulle madeleines se vi interessa).

Il pesce è addirittura ripreso nel logo della Conferenza episcopale francese.



Facendo delle ricerche però, ho scoperto che la friture è un augurio di abbondanza che si richiama all'episodio della Pesca Miracolosa dei Vangeli.

La Pesca Miracolosa si riferisce in realtà a due miracoli che Gesù compie prima e dopo la Resurrezione. Questi episodi sono raccontati rispettivamente nel Vangelo secondo Luca e nel Vangelo secondo Giovanni.


La prima avviene all'inizio del ministero di Gesù.

Il Vangelo di Luca racconta: "Egli si trovava presso il lago di Genesaret e predicava alla folla, che gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio. Gesù vide due barche ormeggiate alla sponda; i pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi sulla barca, si mise ad insegnare alla folla. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me che sono un peccatore». Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini». Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono".


La seconda Pesca Miracolosa si situa invece dopo le prime due apparizioni a Gerusalemme, quando Gesù si manifesta di nuovo ai discepoli in Galilea, sul lago di Tiberiade.

Secondo il Vangelo di Giovanni: "Simon Pietro si trovava insieme a Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli altri gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla. Quando già era l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era lui. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi la sopravveste, poiché era spogliato, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri. Scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po' del pesce che avete preso or ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», poiché sapevano bene che era il Signore. Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce. Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti".


D'altra parte, oltre alla Pesca Miracolosa, il pesce ricorre nella simbologia cattolica come pasto divino insieme al pane: basti pensare all'episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci.

Addirittura il pesce viene sostituito al pane in alcune rappresentazioni dell'Ultima Cena.




"Prendete e mangiate, questo è il mio corpo".

Insomma, senza voler apparire blasfema, potremmo quasi vedere qualcosa di eucaristico nella tradizione di mangiare dei pesci di cioccolato nel giorno di Pasqua.


Dal mio personale punto di vista, ogni volta che fabbrichiamo del cibo per qualcuno, non gli stiamo offrendo solo un alimento ma anche noi stessi, il nostro amore, la nostra creatività e sì, anche la nostra fatica.

Gli stiamo dando un pezzo di noi, ed è uno degli aspetti che mi fanno amare il mio mestiere.

Ma non c'è bisogno di spiegare questo sentimento, lo conoscete già: lo ritrovate ogni volta che preparate da mangiare per le persone che amate.


Allora a questo punto non posso che augurarvi buona Pasqua!



Per andare più lontano:






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